La frutta sciroppata è una preparazione arrivata fino a noi da tempi in cui non era possibile conservare la frutta in ambienti adeguatamente refrigerati come i frigoriferi o i congelatori. Mangiarla è salutare o no? Sono tante le persone che si pongono questa domanda. Tra loro, per esempio, ci sono molte mamme alla ricerca di idee per una merenda genuina per i loro bimbi.
Se hai dubbi relativamente ai problemi che possono derivare dall’assunzione di frutta sciroppata, questa è la guida giusta per te. Come sempre quando si parla di alimentazione, ti ricordiamo che, prima di attuare qualsiasi cambiamento concreto relativo alla tua routine a tavola, è opportuno consultare un dietologo di fiducia. Chiarito ciò, non resta che addentrarsi alla scoperta dei segreti della frutta sciroppata.
La frutta sciroppata fa ingrassare?
Uno dei principali aspetti su cui si soffermano i detrattori della frutta sciroppata riguarda il suo non essere il massimo per chi vuole dimagrire. La risposta è affermativa: contiene tanti zuccheri. Oltre a quelli naturalmente presenti nei singoli frutti, troviamo infatti lo zucchero utilizzato per preparare lo sciroppo (acqua e zucchero devono essere messi sul fuoco e lasciati scaldare a fiamma bassa).
Come sempre, è bene sottolineare che, da solo, nessun alimento fa ingrassare. Tutto dipende da quante volte lo si consuma e, in generale, dalla salubrità e dalla ricchezza della dieta. Consumare frutta sciroppata sporadicamente, per esempio in occasione di una merenda speciale, a meno che non ci siano alla base problematiche di salute come il diabete non è problematico. Diversa è la situazione in cui, invece, la si porta in tavola tutti i giorni, includendola tra le cinque porzioni di alimenti di origine vegetale raccomandate quotidianamente dalle linee guida internazionali.
Frutta sciroppata fatta in casa: cosa sapere sul rischio di botulismo
Un’altra problematica che viene spesso chiamata in causa da chi critica la frutta sciroppata è legata al rischio che si correrebbe, assumendola, di contrarre il botulismo, gravissima intossicazione provocata dalle tossine sintetizzate dal batterio Clostridium botulinum. I sintomi si palesano dalle 18 alle 36 ore dopo l’assunzione dell’alimento contaminato. Nel caso della frutta sciroppata, però, bisogna stare tranquilli. Ecco cosa dicono gli esperti della Fondazione Veronesi in merito:
- Il quantitativo di zucchero presente nello sciroppo è troppo scarso per consentire alle spore di botulino, se presenti, di produrre le tossine
- La cottura prolungata dello sciroppo, o tindalizzazione, non elimina il rischio di botulismo in quanto garantisce solo uno shock termico alle spore
- Per bloccare il proliferare delle tossine, il dosaggio giusto è pari a 1 kg di zucchero per singolo litro d’acqua
La frutta sciroppata, preparata soprattutto utilizzando le pesche, vero grande classico di questo alimento, che dovrebbero essere non troppo mature, come già detto non ha di per sé grandi controindicazioni. Certo, la sua presenza in un regime alimentare finalizzato al dimagrimento non è una scelta di per sé vincente ma, ribadiamo, contano sempre quantità e frequenza di consumo.
Quando si decide di consumarla, per avere la certezza della massima salubrità è importante sterilizzare i barattoli. Come procedere? Mettendoli in una pentola e assicurandosi, grazie all’utilizzo di un canovaccio, che non sbattano uno contro l’altro. Li si fa poi bollire per una ventina di minuti, aggiungendo in una seconda fase i tappi, che vanno invece lasciati in acqua bollente per una decina i minuti.